Nei prestiti con delega il lavoratore richiedente dà mandato al proprio datore di lavoro
di trattenere mensilmente la rata da corrispondere al creditore. Il datore di lavoro,
tuttavia, non ha l’obbligo di accettare l’incarico di pagamento, così come avviene per la
cessione del quinto, in quanto la delega è un atto discrezionale, non dovuto.
La rata che il cliente decide di pagare attraverso la delega è costante e fissa per tutta la
durata del finanziamento, non varia quindi al variare dei tassi. Attraverso la delega di
pagamento il lavoratore prestabilisce l’importo della rata e la durata del finanziamento che,
di norma, non può eccedere i 120 mesi. Il finanziamento può essere estinto prima del
termine stabilito dal contratto, in questo caso il lavoratore recupererà gli interessi non
maturati.
Il lavoratore non ha l’obbligo di motivare la richiesta di finanziamento o presentare alcun
giustificativo di spesa. Non sono richieste, inoltre, garanzie specifiche, in quanto è il datore
di lavoro che garantisce il pagamento delle rate. Tuttavia, la normativa sulla delega di
pagamento prevede per legge delle coperture assicurative che tutelino il creditore
dall’eventuale cessazione del servizio del dipendente (per qualsiasi causa) e dall’eventuale
morte prima dell’estinzione del debito.
I soggetti che possono richiedere un prestito con delega di pagamento sono tutti i
dipendenti statali, la maggior parte dei dipendenti pubblici e i dipendenti privati
titolari di un contratto a tempo indeterminato. Il finanziamento può essere concesso
anche a chi abbia avuto in precedenza problemi di credito nel circuito bancario e anche in
presenza di altri impegni finanziari. Sono esclusi da tale modalità di finanziamento i
pensionati, gli enti pensionistici, infatti, hanno scelto di non accettare la trattenuta della
doppia rata sulla pensione. Alcune banche o intermediari finanziari potrebbero limitare
l’accesso a questa tipologia di credito al consumo ai soli lavoratori che abbiano maturato
un’anzianità minima o che abbiano accumulato una soglia minima di TFR.